PROGRAMMA DI VIAGGIO
1° Giorno: ITALIA - ETIOPIA
Partenza da Roma Fiumicino con volo di linea notturno.
L’arrivo ad Addis Abeba è previsto il giorno successivo.
Pasti e pernottamento a bordo.
2° Giorno: ADDIS ABEBA - WOLISSO
Arrivo nella capitale etiope (2400 mslm) al mattino presto e partenza in direzione Ovest.
A tre ore circa da Addis Abeba la strada corre tra pascoli ed appezzamenti coltivati a ensete, un albero simile al banano, per arrivare in prossimità del monte Wenchi.
Pranzo al sacco.
Escursione a piedi lungo le pendici di un vulcano spento per raggiungere un punto di osservazione su un cratere delimitato da versanti ripidi e verdissimi che fanno da cornice ad un lago blu.
Proseguimento per un'ora circa sino a Wolisso (Giyon), che sorge a 1800 metri di altezza, arrivo e sistemazione in lodge per la cena ed il
pernottamento.
3° Giorno: WOLISSO - JIMMA – BONGA
Dopo colazione proseguimento per Jimma, capoluogo della regione Kaffa, patria del caffé della specie “arabica”.
Grazie ad un perfetto connubio tra un terreno naturalmente ricco e un clima ideale, qui il caffè cresce spontaneamente, nel cuore della foresta.
Pranzo al sacco.
Da Wolisso fino a Wolkite si attraversano le terre dei Guraghe, con le caratteristiche capanne a forma di alveare.
Arrivo e sistemazione in hotel a Bonga per la cena ed il pernottamento.
4/5° Giorno: JIMMA - VALLE DEL KIBISH E TERRITORIO DEI SURMA
Dopo colazione proseguimento verso Sud attraversando foreste pluviali e piantagioni di caffé della regione di Kaffa scendendo poi verso la valle del Kibish, affluente dell’Omo, un piccolo fiume che segna il confine con il Sudan, area di insediamento dei Surma.
Allevatori di vacche e capre, i Surma sono rimasti chiusi, più ancora delle popolazioni vicine, in un secolare isolamento.
La necessità di sopravvivenza, legata soprattutto ai pascoli, ha fatto sì che queste piccole tribù rimanessero intimamente legate alla propria identità di gruppo e ciò ha impedito fusioni culturali con le vicine etnie.
Rimane comune ai diversi gruppi lo stile di vita, dettato da leggi di sopravvivenza, ma cambiano i tratti fisici, somatici, e le decorazioni estetiche, attraverso le quali si esprime l’appartenenza ad un preciso clan.
Alti e snelli, con i caratteri tipici dei popoli nilotici, i Surma assomigliano molto ai Nuba del vicino Sudan e sono divisi in tre principali clan: Suri, Chai e Tirma, con altri sottoclan più piccoli.
Con i Mursi, fanno parte di quell’ormai sparuto gruppo di etnie le cui donne portano ancora il piattello labiale, tondo presso i Mursi, tondo, triangolare o trapezoidale presso i Surma.
L’arte corporale riveste anche qui molta importanza: la decorazione è ottenuta spalmando sul viso un impasto di acqua e caolino sul quale vengono tracciati con le dita disegni secondo moduli decorativi che cambiano di volta in volta.
Il 5° giorno si prosegue per Kibish, dove si poserà il campo.
Le terre a ovest del fiume Omo riservano etnie rimaste ai margini dei tradizionali circuiti.
La giornata sarà interamente dedicata alla visita dei villaggi per cogliere stile di vita e piacevoli panoramiche.
Con un po' di fortuna, potremmo avere l'opportunità di assistere ad eventuali cerimonie o riti, come il donga, combattimento rituale con i bastoni che i Surma del clan Suri praticano principalmente dopo la stagione delle piogge, a cui partecipano due o più duellanti con lo scopo di dimostrare il proprio valore alle ragazze nubili.
Il duello si svolge in un campo pianeggiante chiamato “saghinè” e ogni duellante è sostenuto da 20 a 30 persone che partecipano alla prova di forza.
Sistemazione in tenda al campo nei pressi del villaggio di Tulgit il 4° giorno e nei pressi del villaggio di Kibish il 5° giorno per le cene ed i pernottamenti.
Pensione completa con pranzo al sacco.
6° Giorno: VILLAGGI NYANGATOM
Dopo colazione si prosegue verso i villaggi dei Nyangatom, etnia appartenente al gruppo linguistico nilo-sahariano insediati poco più a sud dell’Omo National Park.
Come i vicini Topossa del Sudan, si ritiene provengano dall’odierno nord-est dell’Uganda.
Questi due popoli, pur vivendo in territori di due nazioni diverse, hanno mantenuto stretti rapporti di amicizia.
Sono pastori e agricoltori, coltivano sorgo e mais, praticano l’allevamento del bestiame e la pesca.
Alcuni Nyangatom sono esperti nella raccolta del miele e nella caccia agli animali selvatici.
Sistemazione in tenda al campo nei pressi di un villaggio per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
7° Giorno: VILLAGGI KARO E GENTI HAMER - TURMI
Dopo colazione si lasceranno i territori a Ovest dell'Omo river, attraversando il ponte sul fiume per dirigersi ad Est, nelle terre dei Karo per visitare i loro villaggi.
Dal villaggio di Kortcho ne si potrà cogliere un'ampia panoramica lungo il corso del fiume.
I Karo ne coltivano le sponde con l’abbassarsi del livello delle acque.
L’ornamento più vistoso delle donne è rappresentato dall’intreccio di numerose collane costruite con i materiali più disparati, gli uomini si dipingono il corpo con linee bianche di cenere ed impugnano la lancia, fedeli all’antico rituale di preparazione alla caccia o alla guerra.
Tappa successiva Turmi, una manciata di capanne che rappresentano il capoluogo degli Hamer.
Quello degli Hamer è uno dei gruppi più curati dal punto di vista estetico.
Le donne usano acconciarsi i capelli in deliziosi caschetti ottenuti arricciando le ciocche con argilla mescolata a burro o grasso di animale, portano collane di conchiglie cauri e indossano un tipico gonnellino in cuoio orlato con borchie metalliche ed anelli di ferro.
L’ornamento caratteristico delle donne da sposare consiste in una visiera metallica detta “kallè”, le donne sposate si distinguono invece per il massiccio collare in ferro.
Sistemazione in lodge per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
8° Giorno: TURMI - MERCATO DI DIMEKA - TERRE DEI KONSO E DEI BORANA – YABELO
Dopo colazione visita del mercato settimanale di Dimeka, che ha luogo il sabato, pittoresco luogo di incontro di Hamer, Karo e Dassanech.
Passando attraverso il territorio dei Konso scenderete a Yabelo, dove il fiume Sagan segna il confine tra i Konso e i Borana, popolo di allevatori appartenenti al grande clan degli Oromo.
Insediati in un ambiente collinare e pietroso, sedentari, i Konso hanno villaggi delimitati da muri di pietra a secco, gli stessi che delimitano e sostengono i complicati terrazzamenti agricoli.
Tempo permettendo, si effetterà una sosta presso uno dei villaggi.
Arrivo e sistemazione in motel a Yabelo per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
9° Giorno: YABELO - MOYALE - MARSABIT
Dopo colazione, se il tempo a disposizione lo consente, escursione al cratere di El Sod, nella cui profondità si è formato un lago.
Qui i Borana si dedicano alla raccolta del sale, immersi nell’acqua, facendo uso di lunghe pertiche.
Il viaggio prosegue tagliando decisamente in direzione Sud, attraversando a Moyale la frontiera con il Kenya e proseguendo ormai in pieno territorio kenyota sino a Marsabit.
Sistemazione in hotel per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
10° Giorno: MARSABIT - KALACHA
Dopo colazione si procede attraverso il deserto di Chalbi in direzione dell'oasi di Kalacha, con sosta lungo il percorso al cratere di Gof Redo.
Il percorso offre belle panoramiche e non è infrequente incontrare lungo la strada pastori di etnia Gabbra e Borana che portano all’oasi le loro capre e i cammelli alla ricerca di acqua e pascoli.
Sistemazione in tenda al campo per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
11° Giorno: KALACHA - SIBILOI
Dopo colazione, partenza per il Sibiloi National Park, via North Horr, attraversando parte del deserto di Chalbi.
Il parco di Sibiloi fu istituito principalmente per proteggere i siti fossiliferi di Koobi Fora, tra i più importanti del mondo per lo studio dell'evoluzione umana.
Affacciato sulle acque color giada del lago Turkana, l'arido territorio di Sibiloi ospita zebre, orici e rare specie di antilopi.
Le sponde del lago, ricchissime di avifauna, servono come luogo di riproduzione per i coccodrilli e le tartarughe acquatiche.
La zona è frequentata da nomadi Rendille e Borana.
Sistemazione in tenda al campo per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
12° Giorno: SIBILOI - LOYANGALANI (LAGO TURKANA)
Dopo colazione proseguirete per il lago Turkana.
Lungo 240 e largo 55Km, tutto attorno non c’è altro che deserto: di lava, di pietra e di sabbia ma comunque deserto.
Un clima caldissimo e il vento sono una presenza costante.
L'umidità relativa non supera il 40% nell'arco dell'anno.
Il fiume Omo è l'unico immissario perenne del lago Turkana che è privo di emissari, il livello delle sue acque è mantenuto più o meno costante dalla fortissima evaporazione dovuta al sole e al vento.
Quarto per volume in Africa, il Turkana sarebbe, secondo alcuni studi recenti, a rischio prosciugamento in seguito alla costruzione di una grande diga idroelettrica (Gibe 3), i cui lavori sono stati affidati ad un'impresa italiana, e a causa dei progetti di irrigazione espansiva lungo il fiume Omo portati avanti dal governo etiope.
Le tracce che conducono da Sibiloi a Loyangalani seguono in linea di massima le sue sponde, tra fiumi secchi e pietraie, segnate dalle alture isolate di Moiti e Porr.
A Moiti si segnala la presenza di ippopotami e colonie di coccodrilli, alcuni di dimensioni eccezionali (nel lago se ne contano circa 30.000). L'oasi di Loyangalani, al centro di un ambiente arido e desolato, vanta le uniche sorgenti d'acqua dolce permanenti della regione.
Di fronte sorge la misteriosa South Island, con i suoi vulcani ancora attivi e completamente disabitata in quanto si crede popolata da demoni.
Sistemazione nel locale resort per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
13° Giorno: LOYANGALLANI E LE RIVE DEL LAGO TURKANA
Colazione in hotel.
Giornata dedicata ad escursioni nei dintorni dell'oasi e di El Molo Bay, dove vive una piccola comunità di pescatori autoctoni, vagamente imparentati con i nomadi Samburu, etnia dominante nella zona.
I pescatori El Molo navigano su piccole imbarcazioni, simili a zattere, indifferenti alla presenza dei coccodrilli.
Potrete osservare le usanze di questa etnia ed effettuare un’escursione in barca per ammirare la maestosità del lago nella luce del tramonto.
Nelle vicinanze si trova la bella oasi di Lardabach, circondata da un grande palmeto: presso il laghetto di Lardabach, abitato da un paio di coccodrilli, furono girate le riprese del film “I Monti della Luna”.
Se c'è ancora tempo a disposizione è possibile effettuare un'escursione a piedi alle sorgenti di Mawakwaten (un'ora di cammino da Loyangalani): i praticelli verdi tra le pietraie laviche sono frequentati dai nomadi Turkana e dalle loro mandrie.
Sistemazione nel locale resort per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
14° Giorno: LOYANGALANI - MARALAL
Dopo colazione partenza di buon mattino per Maralal, capoluogo del distretto Samburu.
Tappa lunga e faticosa, che dopo aver costeggiato la sponda Sud del lago Turkana con viste spettacolari sul paesaggio circostante, risale la scarpata della Rift Valley.
Mano a mano che si procede l'ambiente si fa meno desertico, fino a raggiungere la bella foresta di acacie di South Horr, ai piedi del monte Nyiro, luogo sacro per i Samburu.
Una fitta foresta montana, popolata da bufali, leoni ed elefanti, annuncia la discesa verso Maralal.
Sistemazione in ecolodge per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
15° Giorno: MARALAL - LAGO BARINGO
Dopo colazione partenza per il lago Baringo, percorrendo la dorsale Est della Rift Valley in un ambiente di savana e boscaglia aperta.
Nella zona è facile incontrare gruppi di pastori Pokot e Samburu con le loro mandrie.
Prima dell'arrivo a Baringo la scarpata del Rift precipita a valle in una serie di ripidi tornanti, che offrono panorami spettacolari sul lago e la vallata circostante.
Il lago Baringo, tra i pochi specchi d'acqua dolce della Rift Valley, ospita una nutrita colonia di ippopotami che al calar del sole vengono a pascolare sulle sue sponde.
Il luogo, ricchissimo di avifauna, è un vero paradiso del birdwatching (470 specie censite di uccelli).
Possibilità di escursioni in barca sul lago.
Sistemazione in resort per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
16° Giorno: LAGO BARINGO - LAGO NAKURU NATIONAL PARK
Dopo colazione il viaggio prosegue verso il lago Nakuru, perla dell'omonimo parco nazionale, con gli enormi stormi di fenicotteri e popolato da grandi mandrie di ungulati e da grossi felini (è uno dei pochi luoghi in Kenya dove avvistare un leopardo è una possibilità concreta).
Sistemazione in lodge per la cena ed il pernottamento.
Pensione completa con pranzo al sacco.
17° Giorno: NAKURU NATIONAL PARK – NAIROBI
Dopo colazione partenza per Nairobi, percorrendo una buona strada asfaltata che segue il bordo della Rift Valley offrendo scorci di rara bellezza, tra foreste di pini e villaggi montani.
Arrivo nella capitale del Kenya e trasferimento in aeroporto per il volo di rientro in Italia con partenza in prima serata, via Addis Abeba.
Cena e pernottamento a bordo.
18° Giorno: ITALIA
Arrivo a Roma al mattino presto e fine dei nostri servizi.
NOTA BENE: L’itinerario comporta lunghi percorsi giornalieri su strade asfaltate e su piste dissestate, con tratti molto disagevoli e faticosi, che possono richiedere anche molte ore per percorrere brevi distanze.
Si viaggia spesso in regioni isolate, al di fuori di qualsiasi rotta turistica, poche pertanto le alternative in fatto di sistemazioni che richiedono un buon spirito di adattamento e sconsigliano questo itinerario alle persone inclini al comfort.
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alle ore 3:29 del 18 agosto
Buonasera, credevo di aver già inviato il mio commento, comunque posso ripeterlo. Il viaggio è stato molto interessante, i luoghi visitati mi hanno colpito profondamente, sia per gli aspetti naturalistici che umani. I lodges tutti molto belli (specialmente quello sul lago Naivasha) con personale gentile e disponibile. Il cibo buono molto vario ed abbondante (ho preso due chili). Non è certo un viaggio riposante a causa delle alzate mattiniere e i lunghi spostamenti in fuoristrada, ma ne vale assolutamente la pena. Come già esposto ad Eleonora, alcune difficoltà le ho avute con la guida/autista, proprio per questo doppio ruolo, che ha evidenziato la sua bravura e preparazione come autista, ma qualche carenza come guida (parlava un italiano stentato e si è dimostrato poco attento alle esigenze dei partecipanti, d'altra parte non poteva dividersi in due).